lunedì 27 maggio 2024

Recensione "Yellowface" di R.F. Kuang

  



Titolo: Yellowface
Autore R.F. Kuang
Editore: Mondadori
Genere: Fiction
Data di uscita: 21 Maggio 2024

 
Che male può fare uno pseudonimo? Juniper Song ha scritto un libro di enorme successo. Però forse non è esattamente chi vuole far credere di essere. June Hayward e Athena Liu, giovani scrittrici, sembrano destinate a carriere parallele: si sono laureate insieme, hanno esordito insieme. Solo che Athena è subito diventata una star mentre di June non si è accorto nessuno. Quando assiste alla morte di Athena in uno strano incidente, June ruba il romanzo che l'amica aveva appena finito di scrivere ma di cui ancora nessuno sa nulla, e decide di pubblicarlo come fosse suo, rielaborato quel tanto che basta. La storia, incentrata sul misconosciuto contributo dei cinesi allo sforzo bellico inglese durante la Prima guerra mondiale, merita comunque di essere raccontata. L'importante è che nessuno scopra la verità. Quando però qualcosa comincia a trapelare, June deve decidere fino a che punto è disposta a spingersi pur di mantenere il proprio segreto. Un romanzo spassosamente tagliente che parla di diversità, razzismi, privilegi e appropriazione culturale. E dei limiti che non si dovrebbero mai superare.

IL MIO VOTO

June e Athena sono due ragazze che possiamo definire amiche che hanno frequentato la stessa università e hanno sempre avuto entrambe il desiderio di diventare autrici e quando questo si è avverato, pensavano che avrebbero avuto due carriere molto simili, ma così non è stato. Athena ha avuto un successo incredibile, ha vinto tantissimi premi così come è diventata un'autrice che tutti volevano incontrare e intervistare, ovviamente con cifre da capogiro si è anche potuta permettere le scelte migliori in fatto di case editrici così come di cose più semplici, come una casa.
Per June non è andata allo stesso modo perchè il suo romanzo non ha fatto il botto, il suo editore non si mai interessato più di tanto a lei e anche il suo agente non è sempre facile da reperire.
Nonostante tutto, June e Athena hanno continuato a frequentarsi fino a quando un giorno a casa di Athena la ragazza a causa di un pancake è soffocata davanti a June, che ha fatto quello che poteva per salvarla, fallendo. Ma June quella sera ha fatto altro: si è impossessata dell'ultimo manoscritto di Athena che non aveva ancora visto nessuno e una volta letto ha capito che sarebbe stato un libro straordinario, certo ci ha messo del suo e ha modificato quello che le sembrava non funzionasse per cui per quanto venisse da Athena l'idea, è stata lei a rendergli giustizia e farlo conoscere e in un attimo la semplice June è diventata Juniper Song, l'autrice di successo che aveva sempre sognato di diventare. Eppure un romanzo sulla storia cinese durante la prima guerra mondiale scritto da una "bianca" non convince, così come ci sono altri dettagli che non quadrano e presto June non solo dovrà gestire il suo nuovo successo, ma anche quello che ne consegue.

Ho avuto modo di conoscere R.F. Kuang per la sua trilogia più famosa ovvero La guerra dei papaveri che tuttavia non mi aveva pienamente convinta, ma questo romanzo mi sembrava qualcosa di completamente diverso e avevo sentiro parlarne fin troppo bene per effettivamente resistergli, per cui come l'ho avuto tra le mani l'ho iniziato e onestamente non sono stata in grado di staccarmi dalle pagine fino a quando non sono arrivata alla fine.
La Kuang ci presenta la sua protagonista principale June come una ragazza che ha sempre sognato di diventare autrice e quando è arrivato il suo momento, non ha avuto il successo che si meritava, per cui quando le è capitata tra le mani un'occasione d'oro non ha fatto altro che coglierla come sorta di risarcimento per quello che era andato storto prima e molto spesso June si rivolge al lettore cercando di giustificare quello che ha fatto, come se volesse la nostra comprensione e del resto non si riesce effettivamente ad odiarla del tutto proprio per questo, è un personaggio imperfetto che commettere errori e a cui il lettore si affeziona comunque.
In Yellowface la Kuang tratta davvero molteplici temi che si focalizzano sul mondo dell'editoria e quanto possa essere a volte marcio e ci mostra un po' il dietro le quinte di questo, il bene e il male dei social visto che possono essere usati come mezzo pubblicitario ma quando arriva un semplice tweet che poi esplode, tutto si complica danneggiando l'autore, così come può essere difficile trattenersi dal leggere recensioni che se sono positive non fanno che aumentare l'autostima ma se sono negative demoralizzano e non si sanno davvero di fatto accettare.
La Kuang ci parla anche di come certe storie vengono recepite: per esempio June pubblica un romanzo che parla del ruolo dei cinesi durante la prima guerra mondiale ma lei non è cinese e non ha origini cinesi, quindi perchè proprio lei ha scritto questa storia? E' giusto che una persona bianca scriva di altre etnie senza sapere davvero cosa ha significato per loro e per i loro discendenti? Il tema quindi della razza è importante quando più attuale che mai e non fa che permettere al lettore di riflettere su quello che sta leggendo.
Yellowface è una lettura composta da appena quattrocento pagine, è sicuramente molto diversa rispetto agli altri romanzi dell'autrice ma è qualcosa di davvero unico che va assolutamente letto.


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