Bookspediani, la serata si conclude con "La geisha e il suonatore di banjo" di Jérôme Hallier edito da Giunti.
Titolo: La geisha e il suonatore di banjo
Titolo: La geisha e il suonatore di banjo
Autore: Jérôme Hallier
Editore: Giunti
Genere: Historical Fiction
Data di uscita: 27 Febbraio 2019
Data di uscita: 27 Febbraio 2019
La storia struggente di un amore impossibile, sul romantico sfondo dell'Esposizione Universale di Parigi nel 1900.
Kyoto, 1900. In una delle più eleganti case da tè della città, vive O-miya, una giovane geisha che sogna di evadere dai confini ristretti del suo mondo. Un mondo dove fin da bambina le è stato insegnato come muoversi, parlare, vestirsi, in cui non c’è spazio per i propri desideri e nemmeno per l’amore, visto che è la sua
padrona a scegliere per lei amanti e protettori. Ma un giorno un vecchio liutaio dona alla ragazza un misterioso shamisen, che ha il potere di commuovere chiunque lo ascolti. Così la fama di O-miya arriva fino all’imperatore, che le chiede di unirsi alla delegazione giapponese in partenza per l’Esposizione Universale di Parigi. Il gruppo di geishe risveglia la curiosità degli europei, che fanno la fila per vederle, ma è impossibile sfuggire alla rigida sorveglianza del capitano Yoshikawa, che le accompagna ovunque ed è segretamente innamorato della bella musicista. Finché l’inaspettato crollo di un’installazione non crea il panico tra la folla, e O-miya si ritrova fra le braccia di Tommy, un affascinante suonatore di banjo venuto dall’America…
Due mondi lontanissimi, l’antico Oriente il moderno Occidente, si incontrano a Parigi attraverso i destini di O-miya e Tommy. E forse, per qualche istante magico, la musica e l’amore riusciranno ad annullare la distanza che li separa.
IL MIO VOTO
O-miya è una giovane geisha che vive a Kyoto e che sogna con tutto il cuore di avere la possibilità di vedere il mondo, non solo di essere relegata nella sua piccola cittadina. Al contrario delle altre geishe, che si esibiscono in pubblico cantando e ballandom O-miya si rifiuta di ballare in pubblico, tuttavia sa catturare l'attenzione dei suoi spettatori grazie alla sua abilità nel sapere suonare lo shamisen, uno strumento musicale che commuove chiunque lo ascolti. E' proprio grazie a questo strumenti che O-miya viene notata dall'imperatore giapponese, il quale decide di affidarle un compito molto importante: rappresentare il giappone all'’Esposizione Universale di Parigi. E così finalmente il desiderio della ragazza di uscire dalla sua città si realizza, purtroppo però è sempre guardata a vista di chi è incaricato della sua sicurezza e le sembra di essere di nuovo in gabbia, senza essere in grado di respirare.
Tommy al contrario è un vero e proprio spirito libero: un ragazzo che desidera sfondare nel campo musicale e che si serve di un banjo per dare voce a tutto quello che sente.
Il suo viaggio alla ricerca del suo posto nel mondo inizia da un'anonima cittadina americana per poi passare a New York e poi in Francia, dove incontra per caso O-miya, salvandola la vita. Ed è così che il loro mondo cambia per sempre.
Ho iniziato il romanzo di Jérôme Hallier a scatola chiusa, senza sapere esattamente che cosa mi sarei trovata davanti e onestamente ne sono rimasta molto sorpresa poichè mi ero fatta un'idea su quello che poteva succedere in questa storia e invece l'autore mi ha spiazzata totalmente. Dalla trama quello che emerge è principalmente una storia d'amore tra due persone completamente diverse da loro, non solo caratterialmente ma dal punto di vista culturale. Invece l'autore si focalizza principalmente nelle differenze culturali, offrendoci un'ampia vista del mondo di Tommy e di quello che più ci incuriosisce, quello di O-miya. Il romanzo è infatti ambientato nel 1900 e mescola realtà e finzione: i personaggi infatti sono nati dalla penna dell'autore, mentre i fatti storici ossia la preparazione delll’Esposizione Universale di Parigi e tutto quello che la riguarda è di fatto accaduto realmente.
A raccontarle vicende ci sono ben tre punti di vista: quello di Tommy, un semplice ragazzo americano che suona il banjo, quello di O-miya, una semplice ragazza giapponese che suona uno shamishen e il dottore Léon Azoulay, colui che si occupa dell'Esposizione e di documentare i suoni di questa.
Onestamente è stata la storia di O-miya a tenermi incollata alle pagine: una ragazza che sogna la libertà ma che ovunque vada è costantemente una prigioniera.
Fin da piccola infatti le hanno sempre detto come vestirsi, come truccarsi e come comportarsi. Sapeva che da lei ci si aspettava che diventasse una geisha, eppure in qualche modo è riuscita ad avere il suo atto di ribellione non ballando come tutte le altre, ma attirando l'attenzione tramite le sua abilità musicali. E' proprio grazie al suo talento musicale che O-miya cattura l'attenzione del suo imperatore, che decide di mandarla in Francia a rapprensentare il Giappone. Ma anche in una città sconosciuta O-miya è tenuta di nuovo in trappola, poichè le sue guardie del corpo sono spaventate da come potrebbero reagire i francesi e ci tengono alla sua incolumità.
E' bizzarro il fatto che sarà proprio una tragedia a dare alla ragazza un minimo di libertà in più.
Al contrario il personaggio di Tommy non mi ha convinto: mi è sembrato il classico ragazzo indeciso che non sa davvero cosa fare della sua vita e che vaga in cerca di fortuna e della sua strada e, quando si accorge effettivamente di quello che vuole realmente, è troppo tardi.
E' stato interessante vedere il suo percorso di crescita in ambito musicale e, nonostante tutte le avversità, trovare finalmente la sua strada e la sua vocazione.
La geisha e il suonatore di banjo è un romanzo non troppo voluminoso, poichè non conta nemmeno duecento pagine, ma denso di emozioni. Non è facile leggere la storia di O-miya e vedere come viene trattata, come se non fosse padrona della sua vita e tutto attorno a lei ci fossero persone pronte a sapere meglio di lei cosa deve fare e cosa no. Quello che purtroppo fa riflettere è che a distanza di più di cento anni il mondo orientale non sia cambiato di molto e da una parte è stato estremamente interessante vedere le loro usanze e scoprire di più sui loro usi e costumi, dall'altra parte è stato estremamente doloroso assistere ad una O-miya impotente e incapace di fare le sue scelte. Mi si spezzava il cuore per lei ad ogni pagina. Jérôme Hallier quindi non ci racconta una semplice storia d'amore, ma una storia su due culture completamente diverse che si incontrano e si sfiorano, senza mai però toccarsi per davvero e cambiare qualcosa. Ho apprezzato molto il decidere di unire fatti realmente accaduti a personaggi e storie create da lui stesso, ha reso la narrazione davvero interessante anche se non semplicissima da seguire. Questa tuttavia si è rivelata una storia totalmente diversa da quella che mi aspettavo, che mi ha stupito ma che non mi ha fatto immergere appieno in essa, anche se mi ha dato modo di conoscere un mondo di cui sono sempre poco informata e desiderosa di saperne di più. Il debutto di Jérôme Hallier si dimostra interessante e fa capire che è un autore da tenere d'occhio.
IL MIO VOTO
O-miya è una giovane geisha che vive a Kyoto e che sogna con tutto il cuore di avere la possibilità di vedere il mondo, non solo di essere relegata nella sua piccola cittadina. Al contrario delle altre geishe, che si esibiscono in pubblico cantando e ballandom O-miya si rifiuta di ballare in pubblico, tuttavia sa catturare l'attenzione dei suoi spettatori grazie alla sua abilità nel sapere suonare lo shamisen, uno strumento musicale che commuove chiunque lo ascolti. E' proprio grazie a questo strumenti che O-miya viene notata dall'imperatore giapponese, il quale decide di affidarle un compito molto importante: rappresentare il giappone all'’Esposizione Universale di Parigi. E così finalmente il desiderio della ragazza di uscire dalla sua città si realizza, purtroppo però è sempre guardata a vista di chi è incaricato della sua sicurezza e le sembra di essere di nuovo in gabbia, senza essere in grado di respirare.
Tommy al contrario è un vero e proprio spirito libero: un ragazzo che desidera sfondare nel campo musicale e che si serve di un banjo per dare voce a tutto quello che sente.
Il suo viaggio alla ricerca del suo posto nel mondo inizia da un'anonima cittadina americana per poi passare a New York e poi in Francia, dove incontra per caso O-miya, salvandola la vita. Ed è così che il loro mondo cambia per sempre.
Ho iniziato il romanzo di Jérôme Hallier a scatola chiusa, senza sapere esattamente che cosa mi sarei trovata davanti e onestamente ne sono rimasta molto sorpresa poichè mi ero fatta un'idea su quello che poteva succedere in questa storia e invece l'autore mi ha spiazzata totalmente. Dalla trama quello che emerge è principalmente una storia d'amore tra due persone completamente diverse da loro, non solo caratterialmente ma dal punto di vista culturale. Invece l'autore si focalizza principalmente nelle differenze culturali, offrendoci un'ampia vista del mondo di Tommy e di quello che più ci incuriosisce, quello di O-miya. Il romanzo è infatti ambientato nel 1900 e mescola realtà e finzione: i personaggi infatti sono nati dalla penna dell'autore, mentre i fatti storici ossia la preparazione delll’Esposizione Universale di Parigi e tutto quello che la riguarda è di fatto accaduto realmente.
A raccontarle vicende ci sono ben tre punti di vista: quello di Tommy, un semplice ragazzo americano che suona il banjo, quello di O-miya, una semplice ragazza giapponese che suona uno shamishen e il dottore Léon Azoulay, colui che si occupa dell'Esposizione e di documentare i suoni di questa.
Onestamente è stata la storia di O-miya a tenermi incollata alle pagine: una ragazza che sogna la libertà ma che ovunque vada è costantemente una prigioniera.
Fin da piccola infatti le hanno sempre detto come vestirsi, come truccarsi e come comportarsi. Sapeva che da lei ci si aspettava che diventasse una geisha, eppure in qualche modo è riuscita ad avere il suo atto di ribellione non ballando come tutte le altre, ma attirando l'attenzione tramite le sua abilità musicali. E' proprio grazie al suo talento musicale che O-miya cattura l'attenzione del suo imperatore, che decide di mandarla in Francia a rapprensentare il Giappone. Ma anche in una città sconosciuta O-miya è tenuta di nuovo in trappola, poichè le sue guardie del corpo sono spaventate da come potrebbero reagire i francesi e ci tengono alla sua incolumità.
E' bizzarro il fatto che sarà proprio una tragedia a dare alla ragazza un minimo di libertà in più.
Al contrario il personaggio di Tommy non mi ha convinto: mi è sembrato il classico ragazzo indeciso che non sa davvero cosa fare della sua vita e che vaga in cerca di fortuna e della sua strada e, quando si accorge effettivamente di quello che vuole realmente, è troppo tardi.
E' stato interessante vedere il suo percorso di crescita in ambito musicale e, nonostante tutte le avversità, trovare finalmente la sua strada e la sua vocazione.
La geisha e il suonatore di banjo è un romanzo non troppo voluminoso, poichè non conta nemmeno duecento pagine, ma denso di emozioni. Non è facile leggere la storia di O-miya e vedere come viene trattata, come se non fosse padrona della sua vita e tutto attorno a lei ci fossero persone pronte a sapere meglio di lei cosa deve fare e cosa no. Quello che purtroppo fa riflettere è che a distanza di più di cento anni il mondo orientale non sia cambiato di molto e da una parte è stato estremamente interessante vedere le loro usanze e scoprire di più sui loro usi e costumi, dall'altra parte è stato estremamente doloroso assistere ad una O-miya impotente e incapace di fare le sue scelte. Mi si spezzava il cuore per lei ad ogni pagina. Jérôme Hallier quindi non ci racconta una semplice storia d'amore, ma una storia su due culture completamente diverse che si incontrano e si sfiorano, senza mai però toccarsi per davvero e cambiare qualcosa. Ho apprezzato molto il decidere di unire fatti realmente accaduti a personaggi e storie create da lui stesso, ha reso la narrazione davvero interessante anche se non semplicissima da seguire. Questa tuttavia si è rivelata una storia totalmente diversa da quella che mi aspettavo, che mi ha stupito ma che non mi ha fatto immergere appieno in essa, anche se mi ha dato modo di conoscere un mondo di cui sono sempre poco informata e desiderosa di saperne di più. Il debutto di Jérôme Hallier si dimostra interessante e fa capire che è un autore da tenere d'occhio.
Ciao, Sara! Sembra davvero una bella lettura :) Non lo conoscevo, e lo prenderò sicuramente in considerazione :)
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